Giovannino Guareschi
Giovannino Guareschi nacque a Fontanelle di Roccabianca (Parma) il primo maggio 1908. Il padre era un piccolo imprenditore agricolo e aveva un Emporio di biciclette. La madre era maestra elementare. Giovannino, fu convittore e poi istitutore al “Maria Luigia” di Parma. Iniziò la sua carriera di giornalista come correttore di bozze alla «Gazzetta di Parma» passando dalle bozze alla cronaca cittadina e collaborando con altri giornali parmigiani. Su segnalazione di Cesare Zavattini venne assunto nel 1936 dall’editore Rizzoli come redattore del settimanale umoristico «Bertoldo». Lavorò assieme ai più bei nomi dell’umorismo italiano e tra questi ricordiamo: Giovanni Mosca, Carlo Manzoni, Angelo Frattini, Giuseppe Marotta, Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Dino Falconi, Saul Steinberg, Walter Molino, Giaci Mondaini.
Nel 1943, fu richiamato alle armi come ufficiale di complemento di artiglieria e, dopo l’armistizio dell’8 settembre, venne catturato dai tedeschi e internato assieme ad altri 700.000 militari italiani, nei Lager tedeschi di Polonia e Germania. Rientrato in Italia nel 1945 fondò e diresse con Giovanni Mosca e Giaci Mondaini il settimanale umoristico e di opinione «Candido» sul quale combatté contro tutte le ideologie e gli estremismi e sul quale pubblicò, a puntate, i racconti della saga di don Camillo e Peppone. Nel 1948 pubblicò Mondo piccolo, il primo volume della serie Don Camillo che ebbe un grandissimo successo tanto che, nel 1951, venne girato il primo di una serie di cinque film interpretato dalla coppia di attori Fernandel e Gino Cervi. Nel 1952 si trasferì con la famiglia a Roncole in provincia di Parma. Nel 1954 venne condannandolo a un anno di detenzione
per diffamazione dell’ex presidente del consiglio Alcide De Gasperi. A questa pena si assommò quella relativa ad una precedente condanna a otto mesi per vilipendio del Presidente della Repubblica e l’autore scontò tredici mesi di carcere duro e sei di libertà vigilata.
Nel 1957 lasciò la direzione di «Candido» continuando a collaborarvi fino al 1961, data in cui il settimanale cessò le pubblicazioni. Negli ultimi anni della sua vita collaborò con una rubrica di critica televisiva al settimanale «Oggi», con disegni al quotidiano «La Notte» e con una rubrica di opinione al settimanale «Il Borghese». Nel 1963 scrisse, in contrapposizione con Pier Paolo Pasolini, la sceneggiatura del film “La Rabbia”. Morì per un infarto a Cervia nel 1968.
Adesso vi racconto tutto di me.
Autopresentazione scritta nel 1953 per il volume Don Camillo e il suo gregge:
Il primo maggio 1908, a Fontanelle di Roccabianca, ridente villa della Bassa parmense, in una delle casette che si affacciano sulla piazza, nacque una bambina cui poi venne dato il nome di Ermelinda.
Non ero io: io nacqui, sì, in quel paese e il primo maggio 1908, ma in una casa dall’altra parte della piazza. Tanto è vero che poi mi venne dato il nome di Giovannino.
In complesso mi chiamo Giovannino Guareschi e ho l’età esatta che si addice a un giovane uomo nato nel 1908.
Ho due figli che a me sono molto simpatici. Il primo si chiama Alberto, il secondo si chiama Carlotta. Ciò dipende dal fatto che mentre il primo è di sesso maschile, il secondo è di sesso femminile; come del resto è di sesso femminile la madre, una signora che era molto più simpatica quando era ancora signorina.
Ho frequentato con profitto il Liceo Classico dove ho imparato come non deve scrivere un giornalista. Poi ho frequentato l’Università, ma non ho ancora trovato il tempo per laurearmi: l’unico inconveniente è che, adesso, non mi ricordo più se ho frequentato il corso di Giurisprudenza o quello di Medicina, il parere dei miei compagni di studi è discorde.
Scrivo e disegno, ma non sono in grado di dirvi se sono da disistimare più come scrittore che come disegnatore.
Ciononostante tiro avanti discretamente, aiutato molto dal fatto di possedere due notevoli baffi che mi danno una certa notorietà. Conduco una vita molto semplice. Non mi piace viaggiare, non pratico nessuno sport, non credo nelle vitamine. In compenso credo in Dio.
Sono un lavoratore tenace e, sotto questo aspetto, sono la consolazione della mia famiglia, e i miei figli mi citano sempre come esempio alla loro madre. Da parte mia sono profondamente grato ai miei genitori d’avermi messo al mondo. E gratissimo sono al Padreterno perché non m’ha fatto né peggiore né migliore di quello che sono. Io volevo essere esattamente così come sono. Diverso di così mi andrei largo o stretto.
Giovannino Guareschi
Le sue opere: La scoperta di Milano, Il destino si chiama Clotilde, Il marito in collegio, Favola di Natale (1945), Italia provvisoria (1947), Don Camillo (1948), Lo Zibaldino (1948), Diario clandestino, Don Camillo e il suo gregge, Corrierino delle famiglie, Il compagno don Camillo, La calda estate del Pestifero, Don Camillo e don Chichì. A queste hanno fatto seguito molte raccolte di suoi racconti uscite postume.
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