Rino Montanari

Per un sorriso ancora…

Trovandomi dopo molti anni, forse troppi?, a dover scrivere una prefazione all’amico e collega Rino Montanari, non posso non constatare come l’umorismo, tra gli altri doni, abbia la capacità di fermare e insieme anticipare i tempi…

…È un ritrovarsi, è un giocare a essere bambini adulti, nella sintesi del sogno di Peter Pan, in quella sorta di limbo che il buon Dio e la cattiveria degli uomini hanno costruito per i poeti, i pazzi, i bambini, gli innocenti, gli umoristi.
Un luogo dove però non si sta tanto male, la compagnia è scelta e buona e il sorriso non manca.
E dove ci si sente uomini. Perché, ciò che differenzia l’uomo dalla bestia è esclusivamente il sorriso: uomini e animali piangono, mangiano, sognano, soffrono, gioiscono, ma solo l’uomo, tra le creature di Dio, ha il dono del sorriso. E a sorridere è dunque l’anima.
In questa chiave, è importante che artisti come Rino Montanari continuino, con tenacia e anche sacrificio, nella loro testimonianza di satira del costume, mai cattiva, ma sempre aperta alla possibilità di donare qualcosa, di unire, di aprire al sorriso un mondo e degli uomini che in troppi, purtroppo anche tra coloro che abusivamente si chiamano umoristi, vogliono chiudere nelle barriere dell’odio e della follia quotidiana.
Nella provincia, e Rino Montanari come tanti nel mondo ne sono testimoni quotidiani, c’è ancora questa forza: la possibilità di trovare in appuntamenti col disegno, con l’umorismo, ciò che altrove è negato, combattuto, incompreso.
I sorrisi che hanno donato al mondo i grandi sogni, le grandi speranze, le grandi realtà, fatti dai semplici per i semplici, al di fuori delle congiure dei potenti.
Nel segno del sorriso di Frate Francesco, luce nelle tenebre dell’anno mille, o di San Tommaso Moro che, dinanzi al patibolo, ebbe la saggezza di dire: «Signore, dammi l’allegria dell’umorismo”.
Noi ci sentiamo nipotini di questa saggezza, che chiamiamo umorismo. E Rino Montanari, nella compagnia, non è certo tra gli ultimi.

Bruno Rabajotti